
Alle origini di Caorle – Tra passato e presente
S
ul finire del XX secolo, quattro sub a largo di Caorle si imbattono nel relitto di un’antica nave romana. È una scoperta clamorosa a poche miglia della costa e a pochi anni dal duemila che dà il via ad una serie di campagne subacquee. Si riportano così alla luce antiche anfore da vino, macine, ceppi d’ancora in piombo e molto altro ancora. Mentre questi reperti risalgono il mare e tornano a galla, la storia di Caorle discende verso le sue origini e riscrive un pezzo di antichità mancante. Un duplice movimento verticale di affioramento in superficie e di immersione nel passato che si scopre intrinsecamente ciclico.
Per Caorle, riscoprire frammenti della sua romanità è infatti un modo per restituire quello che in qualche maniera gli antichi hanno già fatto con noi moderni: ci hanno disegnato.
Plinio il Vecchio parla dell’attuale porto Falconera chiamandolo Reatinum, uno dei maggiori porti dell’Adriatico nel quale le triremi imperiali facevano scalo per caricare e scaricare navi e uomini.
Lo scrittore latino del I secolo d.C. predice già allora quello che sarebbe divenuta l’attuale Caorle, una città dalla forte vocazione nautica e un porto con un importante snodo peschereccio.
Infine, dell’eminente carattere turistico di Caorle (che la ascrive al nono posto per turismo tra le città italiane) troviamo già traccia in un contemporaneo di Plinio, Petronio Arbitro, che -secondo alcuni- fu il primo turista di queste zone.
Riaffiora il debito identitario che abbiamo con gli antichi ed emerge il passato di una Caorle romana che ha già in sé le tracce di quella presente: due facce della stessa medaglia, due rive, sponde sorelle, figlie dello stesso mare, adriatiche. Così, il medesimo mare che le ha separate e che ha tenuto in serbo le sue ricchezze per secoli ora le fa riemergere e, con la stessa capacità di riflessione della luce che ha l’acqua, le fa incontrare e dialogare.
La Caorle latina e quella contemporanea, affacciatesi sullo stesso mare, si specchiano nell’acqua e si osservano a vicenda. Si raccontano l’una all’altra grazie a piccoli indizi e si riscrivono edificando un ponte tra passato e futuro, un ponte saldo come quelli che solo Caorle, per la sua confidenza con l’acqua, sa costruire.

Pubblicato da: Redazione il 06/06/2023