
La casa di Tintoretto e la statua di Ercole
di Martina Tagliapietra
Venezia è un’isola antichissima, è piena di arte e gode di una storia millenaria, limpida e …serenissima; eppure dietro a questa lunga storia manifesta si cela un’intricata trama di leggende e misteri, di racconti segreti rimasti nascosti dentro ai suoi palazzi o mimetizzati tra le piastrelle, le colonne e le facciate di questa città: è la Venezia celata.
Una di queste ombre coinvolge, come per analogia, il pittore veneziano noto proprio per giochi di luce e toni intensi: si tratta di Jacopo Robusti (1518-1594), esponente del cinquecento veneziano e maestro nell’arte pittorica, meglio noto con il nome di Tintoretto, pseudonimo tratto dal mestiere del padre, tintore di tessuti.
La casa del Tintoretto, risalente al sedicesimo secolo, si trova nel sestiere Cannaregio (Fondamenta dei Mori, 3399) e sulla sua facciata rossa in spiccato stile gotico si può scorgere un altorilievo di Ercole.
Il marmo, collocato vicino all’ingresso, è stato posto in quel luogo con il preciso scopo di coprire un buco della facciata dell’edificio ma conserva di questo foro uno spiraglio per scorgere e illuminare una leggenda antica. Si narra che Marietta, figlia del Tintoretto, mentre si dirigeva presso la chiesa dalla Madonna dell’Orto fosse stata avvicinata da un’anziana signora che, con la promessa di farla diventare come la Madonna, le avrebbe consigliato di mangiare una particola al giorno. La giovane, avendo giurato di non rivelare a nessuno il segreto, nascose le particole ricevute in giardino sotterrandole vicino ad un abbeveratoio. Subito però si accorse che gli animali si inginocchiavano proprio davanti alla conca. Marietta, spaventata da questi comportamenti insoliti, contravvenne alla promessa e si rivolse al padre: fu proprio il Tintoretto ad intuire che la figlia si era imbattuta in una strega e che la profezia occultava in realtà un maleficio con la quale la vecchia avrebbe tentato di rubare l’anima della giovane. Il Tintoretto, dopo essersi liberato delle ostie presso la chiesa, con l’aiuto della figlia attirò la strega in casa e tentò di vendicarsi. Si narra però che la vecchia, percepito il pericolo, riuscì a fuggire avvolta in una nuvola di fumo e si formò così il buco nel muro. L’altorilievo di Ercole –voluto dal pittore- copre ancora oggi quel foro. Da allora la statua dell’eroe, simbolo di forza e vigore, protegge la casa brandendo una clava con la mano sinistra. Da quasi cinque secoli la statua di marmo poggia con la spalla destra su una trave e veglia con il suo sguardo serio sull’ingresso della casa… si dice che la strega, da quelle parti, non sia più tornata.

Pubblicato da: Redazione il 05/04/2023